LE ACQUE SUPERFICIALI
I LAGHI
Cosa è un lago
I laghi sono masse d'acqua dolce (più raramente acque salmastre o salate) situate in conche o in depressioni naturali della superficie terrestre, che non comunicano direttamente con il mare; essi sono in genere in relazione con un fiume, detto immissario, se entra nel lago ed emissario, se esce dal lago. Vi sono anche laghi che hanno un immissario ma mancano di un emissario: in tal caso l'eccesso di acqua si disperde per evaporazione e perdite sotterranee; altri laghi ancora hanno l'emissario ma sono sprovvisti di un immissario e sono dunque alimentati da piogge e da sorgenti sotterranee. La scienza che studia gli ambienti lacustri e la loro evoluzione nel tempo viene detta limnologia.
Tra le principali proprietà fisico-chimiche delle acque lacustri si ricordano le seguenti:
la trasparenza, minore di quella delle acque marine per una maggior quantità di materiali presenti in sospensione;
la temperatura, che dipende da molti fattori, tra cui latitudine, profondità, clima locale; nelle regioni temperate e tropicali, la presenza di un lago molto grande e profondo può esercitare localmente un effetto mitigatore sul clima: ne sono un esempio i laghi prealpini (Maggiore, di Como, d'Iseo e di Garda) in Italia.
la salinità: in genere inferiore a quella dei mari, è tuttavia una proprietà variabile, legata a molte cause, quali l'origine del lago, i materiali apportati dagli immissari e l'intensità dell'evaporazione.
Classificazione dei laghi
In base all'origine della conca che li accoglie, i laghi possono essere distinti in:
laghi di origine glaciale, che occupano conche scavate dall'azione erosiva dei ghiacciai; tra essi i più diffusi sono i laghi di circo, che occupano il fondo di un antico circo glaciale, la parte iniziale del bacino collettore di un ghiacciaio, e i laghi vallivi, che occupano la parte terminale di valli formatesi per escavazione glaciale (grandi laghi prealpini italiani);
Laghetti di Monte Cengello formazione di origine glaciale a circo
laghi di origine vulcanica, che occupano crateri o caldere di vulcani spenti; tra essi ricordiamo i laghi di Bolsena, Bracciano, Albano, Nemi e Vico, nel Lazio.
laghi di orogine carsica, di piccole dimensioni e spesso temporanei, che si formano in una dolina (conca che si origina in una regione carsica per dissoluzione operata dall'acqua piovana sulle rocce calcaree), il cui fondo si impermeabilizza per l'accumularsi di depositi argillosi;
Lago di Andalo formazione di origine carsica
laghi di origine tettonica, che occupano il fondo di una fossa tettonica o di una sinclinale; tra essi ricordiamo i grandi laghi dell'Africa orientale (Alberto, Tanganica e Niassa).
In Trentino è rara la conservazione di questi bacini, causa il predominante effetto dell'erosione sull'assetto tettonico.
laghi di sbarramento, che occupano una conca che si è formata per sbarramento di una valle in seguito all'accumulo di materiale di vario tipo: può trattarsi di morene, depositi di origine glaciale (laghi morenici), di cordoni sabbiosi litoranei (laghi costieri), di frane (laghi di frana) o di sbarramenti artificiali, quali le dighe, che impediscono alle acque di defluire liberamente.
Lago di Molveno formazione di origine di sbarramento
Evoluzione di un lago
I laghi sono una formazione idrologica temporanea della superficie terrestre e sono destinati a estinguersi in tempi geologici relativamente brevi.
Si distinguono quattro fasi dell'evoluzione di un lago.
1. Il lago, da poco formato, è limpido, povero di vegetazione sulle rive, quasi privo di alghe e di animali.
2. Le acque, presso le rive, si riempiono di piante acquatiche e aumenta il numero di animali acquatici.
3. Il lago tende lentamente a colmarsi di sabbia e argilla portate dai fiumi immissari; il progressivo riempimento di un lago può avvenire anche per deposizione chimica di sali o per sedimentazione di origine eolica o vulcanica.
4. L'acqua si fa più torbida, il lago diventa sempre meno profondo e tende a divenire prima uno stagno (con bassa profondità e buona parte della superficie ricoperta da vegetazione), poi una palude (che può prosciugarsi completamente nella stagione secca), quindi una torbiera (con l'intera conca occupata da vegetazione inzuppata d'acqua) e infine si verifica l'interramento completo.
La scomparsa di un lago può avvenire anche per altre cause rispetto al riempimento per sedimentazione: per eccesso di evaporazione, per insufficiente apporto idrico o per erosione dello sbarramento che ne aveva causato l'origine.
I LAGHI DEL TRENTINO
I laghi del Trentino sono 300 circa e costituiscono una delle più rilevanti realtà naturalistiche del territorio, oltre a rivestire un peso strategico notevole per la grande riserva di acqua detenuta. Nel loro complesso questi bacini si etendono su di una superficie di oltre 35 Kmq, per oltre 6.200 Kmq dell'intero territorio provinciale.
Le loro origini per la maggior parte sono attribuibili alla escavazione glaciale, con alcune eccezioni come il Lago di Molveno, la cui origine è dovuta a sbarramento morenico a seguito di una ciclopica frana. La gran parte dei laghi, oltre 250, è situato al di sopra dei 1.500 metri d'altitudine anche se la loro superficie complessiva è abbastanza limitata aggirandosi attorno ai 3 chilometri quadrati.
Quasi tutti si trovano di fronte adi elevati massicci montuosi, molti si presentano quali vere e proprie gemme azzurre incastonate nelle vette delle Dolomiti. Sono diffusi in tutto il territorio del Trentino, in maggioranza nel settore settentrionale, raggiungendo anche quota 3.200 metri.
Le loro acque presentano un elevato grado di trasparenza e la loro forma presenta spesso caratteristiche abbastanza regolari tendenti in qualche modo al cerchio. Partendo dai 65 metri slm del Lago di Garda ai 1.200 metri di altitudine ci sono 40 laghi con una superficie di oltre 32 milioni di Kmq: i più grandi si trovano nel fondovalle.
Una visita a questi laghi di alta quota rappresenta una grande occasione per camminare in ambienti salubri, attraversare folte pinete, superare estensioni di alti pascoli, guadare torrenti e ruscelli, talora attraversare vedrette innevate. I panorami sono sovente "mozzafiato" e cambiano frequentemente a seconda dei versanti: i più alti in quota già a novembre sono ricoperti da ghiaccio o neve.
GRUPPI MONTUOSI IN TRENTINO
I GRUPPI MONTUOSI DEL TRENTINO
LA PARTICOLARITA' DEL TRENTINO CONSISTE NELLE SUE CATENE MONTUOSE, CHE REGALANO PAESAGGI INDIMENTICABILI ED ESCURSIONI PER TUTTI GLI AMANTI DELLA NATURA
Il Trentino con le sue vette offre ai visitatori vacanze indimenticabili, paesaggi mozzafiato, escursioni e passeggiate per tutti coloro che amano vivere e respirare la natura.
Il territorio è pressochè totalmente montano, ad esclusione delle piccole aree pianeggianti situate nei fondovalle percorsi dai fiumi maggiori della Provincia.
La distribuzione altimetrica del Trentino è compresa tra la quota più bassa rappresentata dal Lago di Garda (65 m s.l.m.) e la quota più alta raggiunta dal monte Cevedale (3764 m s.l.m.).
Il Trentino è interessato dalla sezione occidentale delle Dolomiti, dalle vette e dai ghiacciai del Cevedale e dell'Adamello e da un'ampia serie di monti "minori" delle Prealpi.
Le Dolomiti il 26 giugno 2009 a Siviglia sono state ufficialmente riconosciute dall’Unesco come Patrimonio Mondiale Naturale dell’Umanità.
Catene montuose del Trentino occidentale:
Adamello-Presanella - gruppo caratterizzato da ghiacciai e vette piuttosto elevate; si estende in Val di Sole, Rendena, Giudicarie Interiori e parzialmente in Provincia di Brescia;
Dolomiti di Brenta - unico gruppo di calcare dolomitico posto a occidente dell'Adige, delimitato a nord dalla Val di Sole (linea Ponte di Mostizzòlo-Dimaro), ad occidente dalla Val Rendena, a sud dai paesi del Bleggio;
Cevedale - cima che assieme all'Ortles costituisce il settore più elevato dell'intero Trentino-Alto Adige, con ampi ghiacciai; i migliori accessi sono rappresentati dalla Valle di Peio e dalla Val di Rabbi;
Paganella e Bondone - la Paganella è un piccolo altopiano compreso tra la Valle dell'Adige, la Valle dei Laghi, Andalo e Molveno; il Monte Bondone separa la Valle dell'Adige dalla bassa Valle del Sarca.
Catene montuose del Trentino orientale:
Lagorai - catena di porfidi che si estende da Passo Rolle al Manghen, a cavallo di quattro valli: Fiemme, Vanoi, Valsugana, Val dei Mocheni;
Gruppo di Cima d'Asta gruppo di montagne dominate dal massiccio granito della Cima d'Asta, che svetta sul Vanoi e sull'altopiano del Tesino;
Latemàr - gruppo dolomitico dalla forma circolare tra Trentino e Alto Adige, si caratterizza per le sue particolari architetture e sculture naturali, come pinnacoli e colonne;
Gruppo del Catinaccio - sezione delle Dolomiti occidentali con alte pareti e torri slanciate, fa parte delle Dolomiti di Fassa ed è situato anche in Provincia di Bolzano;
Marmolada - situata tra la Val di Fassa e la Valle del Cordevole (Provincia di Belluno) è la vetta più alta delle Dolomiti, di cui vanta il maggior ghiacciaio;
Gruppo del Sella - massiccio dolomitico suddiviso in tre province (Trento, Belluno, Bolzano). Nel gruppo emerge la piramide del Piz Boè;
Pale di San Martino - amplio complesso montuoso della Valle di Primiero con elevate crode che chiudono all'interno un altipiano pietroso. Alcuni sottogruppi della catena si estendono anche nel vicino Veneto.
Altri gruppi montuosi:
Gruppo del Monte Baldo - catena posta tra il lago di Garda e la Valle dell'Adige, delimitata a nord dal Passo S.Giovanni (Mori) da dove prosegue verso sud e in Provincia di Verona, dove degrada in pianura;
Piccole Dolomiti - montagne venete e trentine delle Prealpi che per frastagliatura e bellezza vengono paragonate alle Dolomiti maggiori. Si estendono dalla Vallarsa (nord-est) alla Val dei Ronchi (sud ovest); il settore principale è il gruppo del Carega;
Gruppo del Pasubio - massiccio calcareo diviso tra Trentino e Veneto, è delimitato nel versante trentino dalle Valli di Terragnolo e Vallarsa.
Suddivisione dei gruppi montuosi del Trentino